“Shame”, classico film da Toronto Film Festival
16/02/2012Ci sono dei festival che identificano un brand, per usare un termine del marketing contemporaneo. Il Sundance Film Festival, ad esempio, è il regno conclamato del cinema indipendente; il Toronto Film Festival è noto per l’originalità delle pellicole e dei temi trattati, anche scomodi e scabrosi.
Shame di Steve McQueen (quarantatreenne regista che non ha alcun grado di parentela col più celebre McQueen attore) si inscrive perfettamente in questa tipologia di film: spaccati psicologici di personaggi nevrotici, indagini coraggiose sul mondo contemporaneo e sulle sue contraddizioni (ricordate Happiness di Todd Solondz o Ken Park di Larry Clark? Stessa provenienza festivaliera!).
La vicenda di un uomo affetto da evidente erotomania, che passa le sue serate in incontri mordi e fuggi o davanti allo schermo del computer connesso con una chat erotica si fa simbolo di una mancanza di affetto (affetto vero) cui la vita contemporanea, specie nelle grandi metropoli (il film è ambientato a New York), spesso condanna l’individuo. Vero e proprio kammerspiel contemporaneo, dramma intimista giocato su pochi personaggi e molto ben interpretato da un intenso Michael Fassbender (Coppa Volpi a Venezia), Shame è un lavoro cupo e algido, giocato su lunghi piani sequenza (bellissimo quello del ristorante), che ad alcuni ricorderà Cronenberg, almeno fotograficamente: luci azzurre, tratti di buio, volti scavati e scolpiti. Al di là del discorso festivaliero, e della conclamata estraneità del film dal circuito mainstream (almeno a livello tematico), c’è un’altra cosa su cui porre l’accento: l’ambientazione newyorchese, che da sempre nel cinema americano rimanda all’idea stessa di “alternativo”. Se infatti il polo maggiore del cinema USA è, naturalmente, Los Angeles, il polo newyorchese si è sempre distinto, negli anni (dallo Scorsese prima maniera agli esordi di De Palma, da Coppola a Woody Allen), come fiera opposizione – anche estetica – a Hollywood, con le sue star e le sue magniloquenze. Quello newyorchese è per tradizione un cinema minimalista, più dimesso, ma dalle spesso smisurate ambizioni intellettuali e culturali. Shame non fa eccezione, e anzi ci sembra che rinverdisca decisamente questa tradizione di cinema “impegnato”, difficile, scabroso, dai ritmi volutamente lenti, indubbiamente gratificante, ma non certo adatto per passare una serata leggera e di puro svago.
Dexter: il trionfo del politicamente scorretto! O no?
Pochi serial riescono ad ironizzare sulle convenzioni sociali come Dexter, sto...
ACADEMY AWARDS 2013
L'anno dei "bis"! E anche dei "tris"...
Ieri notte a Los Angeles sono stati assegnati gli Oscar 2013. L'Oscar ...
The Shield
Ambiguità ed (impossibile) equilibrio del potere
Con The Shield – serial creato da Shawn Ryan nel 2002 e conclusosi dopo ...
The Closer
"Giallo slapstick" in attesa dello spin off
The Closer dovrebbe concludersi con la settima stagione, come da accordi con l...
The Mentalist, il fascino dei prestigiatori
Continuando la nostra ricognizione tra i serial del momento, ci imbattiamo in The M...
Human Target, un bel gioco durato poco
Non era niente di straordinario, Human Target, intendiamoci. Una onesta serie ...
LAST COP
Peccato, un’occasione sprecata
Rai Uno ha appena finito di trasmettere la prima stagione di Last Cop, serie t...
Il "romanzo civile" di Marco Tullio Giordana
Premessa doverosa: in quest’articolo si eviterà di considerare l’asp...
Oscar 2012, trionfo francese con "The Artist"
E’ dunque The Artist il vero trionfatore dell’edizione 2012 degli ...
“Shame”, classico film da Toronto Film Festival
Ci sono dei festival che identificano un brand, per usare un termine del marke...
“The Artist”, omaggio ad un mondo (e ad un cinema) che fu
Non si può, da cinefili, non guardare con simpatia ad un film come “The Ar...
Hereafter di Clint Eastwood: il “qui” e il “dopo”, filmati con garbo
Dalla sua uscita, circa Hereafter di Clint Eastwood, sono state pubblicate num...
Crialese per gli Oscar: giusto o sbagliato?
Il 28 settembre la Commissione di Selezione dell’Anica ha annunciato la candidatu...
Il trionfo di Sokurov a Venezia
La sessantottesima edizione del Festival del Cinema di Venezia si è conclusa con...