LAST COP
Peccato, un’occasione sprecata
26/09/2012Rai Uno ha appena finito di trasmettere la prima stagione di Last Cop, serie tedesca (titolo originale: Der letzte Bulle) che in Germania è già arrivata alla terza stagione, con la quarta in cantiere. Un buon successo oltralpe, dunque. La domanda è: ha fatto bene la Rai ad investire su una serie straniera, e in particolare tedesca? D’acchito, vien da dire sì: i tedeschi hanno partorito, negli ultimi decenni, alcuni dei telefilm e serial polizischi più riusciti, dall’inossidabile Ispettore Derrick al Commissario Koester, da Siska a Wolff, un poliziotto a Berlino, passando per l’interessante esperimento (non riuscito) di Schimanski. Dunque, dal punto di vista della prolificità i tedeschi, sul genere poliziesco, sono una garanzia. Oltretutto va da sé che, vista la povertà del panorama produttivo italiano (pietoso velo sui vari Carabinieri, Distretto di Polizia, La Squadra et similia…), non appare sbagliato importare buone serie poliziesche dall’estero. Gli USA sono e restano i primi fornitori: CSI (peraltro di qualità discutibile, perlomeno sul lato trame!), Criminal Intent, The Closer, The Mentalist, Cold Case… solo per citare qualche titolo! La Germania si riaffaccia appunto con questo Last Cop, che però – a conti fatti – ha finito per deludere le aspettative. Perchè? Presto detto! Ecco in breve la trama del serial: il commissario Mick Brisgau della Polizia di Essen finisce in coma negli anni Ottanta in seguito ad un colpo alla testa. Si risveglia dopo vent’anni e riprende servizio come nulla fosse. Ovviamente la realtà attorno a lui è cambiata radicalmente ed egli dovrà fare i conti con un mondo che non riconoscerà più, sia per quanto riguarda le persone che la tecnologia.
Ora: se si decide di costruire una serie poliziesca su semplici e oneste trame gialle (com’era il caso di Derrick, non particolarmente emozionante, ma efficace), nessun problema; ma se si decide di partire da una premessa “forte” come i vent’anni di coma del protagonista, non si può limitare il tutto a 5 minuti! Perchè tanto passa da quando Mick si risveglia a quando riprende servizio! Di conseguenza, il bello spunto (osservare le immense differenze tra gli anni Ottanta e oggi) viene banalizzato e svilito, e ciò che resta è giusto la bella faccia guascona di Henning Baum, perfetto per la parte. Il resto è davvero poca cosa, e lascia la sensazione – assai fastidiosa – di un’occasione sprecata.
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